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IL club del libro in passeggiata

Ebbene si, dopo un anno di sacrifici e 16 chili perduti, in 2 mesi  tra  vacanze natalizie e quarantene preventive ed effettive… come nel peggiore dei monopoli, quello della mia vita da Yoyo, sono ripartita dal via.

Dopo una quindicina di giorni di mea culpa, offese allo specchio, liste di errori, e programmi di dieta, ho deciso di ripartire dalle due cose che mi piacciono di più: leggere e camminare in compagnia.

Non amando particolarmente gli audio libri, ho pensato che, al posto del classico circolo di lettura e discussione sul libro, davanti ad un fumante thè ( o cioccolata calda visto il clima) che rischiava comunque di essere un ennesimo attentato alla mia linea (sebbene ormai pesantemente tonda) fosse meglio parlarne ansimando su qualche salita, ricercando sui volti di estranei incontrati per strada quelli amati tra le pagine dei romanzi.

Ho iniziato con “Malinverno”, un concentrato di poesia e di situazioni paradossali, la storia di un bibliotecario-becchino, che rimane affascinato dalla foto di una lapide. Quanti di noi hanno provato a ricostruire la storia celata dietro una foto al cimitero? (non ditemi che capita soltanto a me altrimenti oltre che sentirmi grassa mi sento strana).

Senza pensare, senza voler fare qualcosa di razionale, camminando, mi sono ritrovata  al cimitero Monumentale di San Miniato, e davanti al meraviglioso panorama di Firenze, ho chiuso gli occhi: in quel momento sono stata il Signor Malinverno, e poi non sono stata più niente, ho ascoltato il rumore del vento nelle orecchie, ho respirato il suo senso di completezza nel non essere, nel decidere di  cercare l’impossibile, di seppellire i libri come se avessoro un’anima.

Le emozioni che suscita un libro sono diverse per ognuno di noi, anche il numero di vite o di morti, di esperienze, di errori, di scoperte che ci fanno provare ma se riusciamo a portare anche la storia più assurda, lontana nel nostro presente, nei nostri luoghi, gli daremo un senso diverso e più profondo.

E’ancora più bello confrontarsi davanti a un tramonto, in movimento, perchè anche quando si parla di morte, si può vivere a pieno la vita.

 

Domenico Dara, “Malinverno”, Narratori Feltrinelli.

 

 

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