Si avvicinano le vacanze di Natale, e per chi, come me, lavora a scuola, l’emozione, il countdown che precede i giorni prima dell’ultima campanella pre pausa, è qualcosa di palpabile, un crescendo di voglia di non fare da parte dei ragazzi che vedono sempre più vicino il tanto agognato riposo, contrapposta alla frenetica necessità degli insegnanti di finire programmi, interrogazioni, “burocrazie” varie.
Ho sempre amato il Natale, nell’infanzia perchè aspettavo Babbo Natale e la Befana, poi perchè ho cercato di creare bei ricordi a mio figlio e adesso perchè non voglio perdere questo senso di magia, di attesa, di pausa dalle brutture del mondo. Man mano che passa il tempo, molte sedie intorno al tavolino rimangono vuote e la malinconia stringe la gola, ma fortunatamente aumentano i seggioloni, perchè la vita va sempre avanti. Non si ferma. Voglio concentrarmi su questo pensiero, che è l’unico che può dare forza. Niente è come prima, con l’avanzare dell’età aumentano le consapevolezze, le paure, le delusioni, e le disillusioni, invidio molto i bambini che scrivono le letterine a Babbo Natale, preparano i biscotti e il latte per le renne e si svegliano prestissimo per vedere cosa c’è sotto l’albero.
Voglio viverlo con gli occhi, il cuore e la speranza di un bambino, voglio scordare la realtà, questo presente così incerto, pieno di dolore, ingiustizie sociali e guerra. Voglio chiudere gli occhi e risentire l’odore della legna bruciata, il calore del fuoco a letto, della brace che mi metteva nonno Avo per smorzare l’umido e il freddo di una casa di campagna, voglio sentire quel crepitio e immaginare il suono degli zoccoli sul selciato e l’ombra di Babbo Natale illuminato dalle fiamme.
In fondo le sedie sono vuote, ma il cuore è colmo di ricordi che neanche il tempo potrà togliermi.
Auguro a tutti un Natale carico di ricordi che scaldino il cuore e di nuove esperienze che siano i ricordi belli degli anni a venire.
Dimmi cosa ne pensi