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3 parole che non mi appartengono:Decluttering– Kondo-Minimalismo

Chi mi conosce sa che sono la classica accumulatrice. Cresciuta da e con i nonni ho fatto mio il detto: “può sempre servire” sviluppando in me la capacità di trovare un riutilizzo a qualsiasi cosa, per me buttare via e quasi un peccato, perché ogni oggetto ha qualcosa da raccontare e ri raccontare.

E’ per questo che la mia casa è un accozzaglia di stili (perché conservo i mobili di nonni, parenti vari e raccolta ai cassonetti…) un rifugio per gli oggetti più disparati e un contenitore di cose non meglio identificate da riciclare (laboratori per bambini, lavori manuali etc) e tutto il materiale del mio “passa il favore” che vi spiegherò in un’altra occasione.

Questo fa si che non ci sia una superficie disponibile, che mantenere l’ordine sia pressocché impossibile e che a volte si affacci in me di prendere una ruspa (come diceva la mia nonna) e con la pala togliere tutto.

In questi ultimi mesi, mi sono dilettata a leggere alcuni libri e seguire alcune pagine Facebook specializzate in ordine e riordino, ho conosciuto la super efficiente Marie Kondo che parla con gli oggetti di casa e prima di liberarsene li ringrazia e li saluta, e tante altre guru, capaci di dare ricette sicuramente molto utili ma che ho capito non fanno per me.

Dopo un primo momento in cui mi sono sentita una disadattata perché avevo di tutto di più, mi sono sentita in colpa per il disordine, per l’accumulo e per il logico discorso che di tante cose non so cosa farmene, oppure proprio non le uso, ho pensato che a me tutto sommato, questo piace. Fa parte del mio modo di essere. E vero che alcuni abiti li metto una volta l’anno, ma quella volta mi rendono felice, è vero che non uso tutti i giorni le forchettine da dolce, ma quando ho ospiti mi piace sfoggiarle, è vero che ho asciugamani che basterebbero ad un esercito ma perché buttarli?

Credo che per ognuno di noi esista un modo di essere e di vivere bene diverso, io ho un rispetto quasi maniacale per il ricordo e per quello che apparteneva ai miei cari, tutto ciò che ho regalato ha dovuto trovare una collocazione, perché ho capito che quello che a me sembra inutile o sorpassato per qualche altro può essere utilissimo e gradito.

Nella mia mania di non buttare e riciclare, mi sono resa conto che esistono tante persone e gruppi creativi che fanno rivivere gli oggetti, gli abiti, tutto.

Vecchi mobili ridipinti in shabby chic, abiti vecchi chiamati vintage riadattati, anche giochi e libri, addirittura le vecchie enciclopedie che diventano libri d’artista…

A me tutto ciò riempie il cuore (oltre alla casa).

Sono sicura che a questo punto, salteranno sulla sedia un sacco di esperti, dicendomi la frase che mi accompagna da tempo e cioè che “il caos che c’è fuori sicuramente corrisponde ad una confusione che ho dentro”. Può essere ma non sono sicura di aver voglia di cambiare questa situazione.

Mi piace essere contornata da tante cose, anche se fare le pulizie o trovare le cose che cerco a volte diventa un problema!

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