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I nostri ragazzi attraverso gli acronimi

Se andate su internet e cliccate su “Acronimi nella scuola” vi troverete di fronte ad una lista infinita di sigle. Qualsiasi funzione, attività, caratteristica, viene abbreviata.

I principali acronimi riservati gli alunni sono:

  • A.D.H.D. (D.D.A.I. in italiano) – disturbo da deficit di attenzione

  • B.E.S. – Bisogni Educativi Speciali

  • D.S.A. – Disturbi Specifici di Apprendimento

  • F.I.L. – Funzionamento intellettivo limite

  • D.O.P. – Disturbo Oppositivo Provocatorio

  • P.A.I. – Piano Annuale Inclusività

  • P.E.P. – Piano Educativo Personalizzato

  • P.E.I. – Piano educativo Individualizzato

Quando ad un genitore si dice che il proprio figlio probabilmente HA ( e non è!!) un BES o un DSA e si consiglia un percorso, iniziando da una visita dalla NEUROPSICHIATRA, non possiamo e non dobbiamo stupirci della reticenza che spesso viene dimostrata.

Intanto dovremmo instaurare profonda fiducia tra famiglia e scuola, dare tempo ai genitori di informarsi, capire e valutare. Dovremmo chiarire che la parola neuro, non implica automaticamente problemi neurologici, e che la maggior parte dei sintomi e dei problemi prima vengono individuati e prima si può intervenire in maniera efficace.

Talvolta sento dire che i genitori “non accettano” un consiglio prima e l’eventuale diagnosi dopo, ma sinceramente quanti di noi, davanti alla “sentenza”, che ci comunica di un medico con l’ovvietà e talvolta la superficialità di chi è abituato a farlo, non rimane spiazzato?

A maggior ragione quando si tratta dei figli.

E’ compito degli operatori del settore, prendere per mano i genitore, senza dimenticare che lavoriamo entrambi per trovare la migliore soluzione per il bambino/a, ragazzo/a, in questione.

La reticenza o opposizione dimostrata, spesso, è lo specchio della paura, dell’incredulità, della sorpresa davanti a qualcosa che non si conosce.

Dal canto loro i genitori non dovrebbero arrendersi mai, anche di fronte a “esperti” o non esperti che si occupano dei loro figli a scuola.

Se non capite come è stato pensato il PEP o cosa prevede esattamente il PEI chiedete, una due cento volte, è vostro diritto capire, essere messi al corrente, né va del futuro dei vostri figli.

A volte firmando un foglio di cui non siete convinti potreste non fare la scelta migliore.

Il mio sogno sarebbe quello di creare una sinergia tra scuola e famiglia che permettesse a quest’ultima di fidarsi senza perdere il proprio spirito critico.

Spero di essere stata esauriente, in caso contrario sono a disposizione per delucidazioni.

C.V.A.P. Ci Vediamo Alla Prossima (questa l’ho inventata io)

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