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Mammo e Donna con le palle

Nell’immaginario comune esistono due generi: maschile e femminile, senza alcuna sfaccettatura, e, a ognuno dei due, sono assegnati ruoli ben precisi, colori, nomi.

Esiste soltanto il bianco o il nero, le donne forti, in carriera, determinate, sono donne con le palle, o donne con gli attributi ( attributi maschili) mentre gli uomini che accudiscono i figli e  fanno i lavori di casa,  vengono etichettati come “mammi” dando a questo termine un accezione derisoria e denigratoria. Nelle coppie all’interno delle quali i lavori sono condivisi, talvolta vengono usate, da parte di esterni, o anche degli stessi coniugi o compagni (maschi), frasi tipo : “Ti ho steso la lavatrice, ti ho rifatto il letto..” come se l’altro avesse tolto un compito alla femmina di casa e non una faccenda per la coppia o la famiglia (e spesso le donne si sentono dire: “sei fortunata, tuo marito ti aiuta”).

Il ruolo della donna è rimasto lo stesso di 100 anni fa, sebbene, soprattutto nella società attuale, alla donna tocchi il doppio del lavoro, in casa e fuori.

Fin da piccoli, troviamo nei libri, nei giochi, nell’abbigliamento, nei colori, enormi differenze di genere, che inculcano nella testa dei bambini, convincendoli di questo, che ci sono ruoli prettamente maschili e altri femminili.

I due libri che voglio presentarvi oggi affrontano questa tematica con tagli diversi ma entrambi ribadiscono il concetto che ognuno è chi è a prescindere dal proprio sesso, e proprio in funzione di questo, non ci sono limiti alle scelte personali.

 

“Nei panni di Zaff” di Manuela Salvi e Francesca Cavallaro, edizioni Fatatrac

Questo cartonato, adatto a bambini di 3-5 anni,  narra la storia di Zaff, che pur avendo il pisello, NON vuole giocare a calcio ma fare la Principessa. Tutti gli dicevano che poteva fare tutto: il re, il principe, il meccanico, l’ingegnere, il maresciallo dei carabinieri “Ma la principessa proprio NO. Le principesse il pisello NON ce l’hanno.”

Per questo suo desiderio, Zaff, viene etichettato come un tipo strano: un alieno, un piantagrane, un fuori di testa,  un gay  o un femminuccia, (questi ultimi due termini scritti in rosso).

Improvvisamente,interviene una voce fuori dal coro, una ragazzina bionda vestita da principessa, la Principessa sul pisello che urlando dice: “Sono 200 anni che faccio la Principessa e sinceramente sono stufa marcia – Voglio fare il portiere della squadra di calcio”. Prontamente si scambiano gli abiti.

Per zittire eventuali critiche interviene la fata Turchina che fa un incantesimo grazie al quale ognuno imparò a farsi i fatti propri e due bambini fare quello che desiderano.

Morale: “Il segreto di vivere per sempre felici e contenti: essere ciò che si sentivano di essere SENZA VERGOGNARSENE MAI”.

 

“Viola e il Blu- La libertà di essere i colori che vuoi” di Matteo Bussola, Salani Editore.

Questo breve testo (sono circa 130 pagine) adatto a bambini di  7-9 anni,  racchiude in sè tutti gli stereotipi, pregiudizi, preconcetti, riguardanti l’identità di genere,  con i quali conviviamo quotidianamente.

Si riassume con questo dialogo tra padre e figlia: “Papà,  ma allora, a cosa serve essere maschi o femmine? ” “Serve ad avere un punto di partenza”

“Diventare ciò che si è significa arrivare in cima, o arrivare a un punto della salita in cui ci sentiamo finalmente a casa. Perchè essere femmine o maschi, ha a che fare con ciò che la vita ha scelto per noi, invece diventare donne e diventare uomini ha a che fare con quello che noi, giorno per giorno, scegliamo per le nostre vite, dipingendoci con tutti i colori che ci servono”.

L’uso di similitudini ed esempi che riportano ai colori, mi è sembrato un valore aggiunto alla storia, una riflessione implicita in un testo esplicito.

La stessa protagonista si chiama, non a caso, Viola: “Perchè il Viola, quando mischi i colori sulla tavolozza, si ottiene proprio mescolando il Rosa e il Blu”.

 

Ascoltiamo la nostra anima, ognuno sia chi vuole essere. Soprattutto si impegni ad essere un felice sè stesso e se non ci riesce da solo, invochi l’aiuto della fata Turchina che zittisca con i suoi incantesimi tutti coloro che si interpongono tra Noi e il vero Noi.

 

 

 

 

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2 Responses
  • Laura
    Gennaio 9, 2022

    Io ritengo che ci fosse, e sembra quasi assurdo, più COLLABORAZIONE in famiglia quando nn ne parlavamo così tanto …. è vero che poi fuori i due ruoli erano distinti e divisi nettamente, …. ma fra le mura dì casa c’era qualcosa che nn c’è più da tempo …. il RISPETTO
    A conclusione forse i tempi cambiano, ma l’essere nn cambia ed è questione dì riuscire ad andare oltre la superficie dell’essere Donna o Uomo, vedendo e RISPETTANDO la PERSONA
    😘 Laura

    • Monia Tucci
      Gennaio 9, 2022

      Effettivamente mio nonno materno era molto presente in casa…

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