Da quando facevo l’animatrice nella colonia del Bagnolo di Don Isacco Pezzotta, il sacerdote che ha battezzato, comunicato, cresimato, sposato e sepolto generazioni di Maglianesi sono passati 30 anni; ho anche avuto il tempo di passare da catechista a buddista, ma niente ha modificato la mia stima e il mio affetto, per quest uomo buono, affettuoso, illuminato.
La colonia del Bagnolo, sul monte Amiata, è quella che può essere descritta come un’oasi di pace, fede e bellezza, completamente pensata, desiderata e realizzata da Don Isacco, che portava ragazzi, famiglie e anziani lassù a cambiare aria durante l’estate.
All’epoca, cucinavano le nonne del paese, semplici prelibatezze contadine come le uova in umido (vere uova di campagna), verdure mascherate, pasta fatta in casa. Avevamo piatti e bicchieri scompagnati e turni per apparecchiare, sparecchiare.
Le giornate erano semplici e piene di gioia e di significato; c’era solo un telefono pubblico a gettoni per fare e ricevere telefonate ma erano ben pochi quelli che volevano parlare con le famiglie, tutti troppo presi dal divertimento e dall’amicizia.
Ogni mattina dopo la colazione, una bellissima passeggiata nei boschi freschi dell’Amiata, con Narno, il fratello di Don Isacco, che pur essendo in Toscana da anni, manteneva il suo buffo accento bergamasco. Ci fermavamo in qualche radura e Don Isacco ci raccontava delle parabole, mentre scalpitavamo per continuare le nostre esplorazioni alla ricerca dei folletti e degli gnomi che abitavano nel bosco.
La sera io scrivevo biglietti, inventavo oggetti appartenenti alle creature del bosco che poi Don Isacco lasciava sulla nostra strada affinchè i bambini le trovassero (che gioia vedere le loro facce stupide quando accadeva).
Lungo la strada raccoglievamo i mirtilli, a volte presi dai giardini e ricordo ancora quando mi disse :”Tanto chi ruba che chi para il sacco”, visto che pur non prendendoli direttamente io, mangiavo volentieri quelli presi dai bambini.
Il momento del riposo, dopo pranzo, era l’occasione per raccontarci storie, per ridere insieme e inventare scherzi; uno dei quali ha rischiato di avere serie conseguenze perchè abbiamo messo del borotalco sul cuscino di Don Isacco, che quando ha appoggiato la testa ha iniziato a tossire mooolto forte!
Dopo la Messa, la cena, i giochi di gruppo, le canzoni, andavamo in camerata dove dormivamo tutti insieme su una ventina di letti a castello scricchiolanti.
Per i mal di pancia da nostalgia dei ragazzi, un infallibile rimedio: una boccettina di un medicinale prodotto da un vecchio alchimista (acqua e zucchero) che accompagnato da altisonanti e convincenti spiegazioni, sortiva sempre l’effetto desiderato.
Sono molti gli aneddoti e gli episodi che porto nel cuore e dei quali ancora rido di gusto: la notte in cui siamo andati a rubare la nutella nella dispensa e Don Isacco si è travestito da Snorky indossando un accappatoio bianco con una lamapadina nella manica per spaventarci (e ci è riuscito), oppure quando ho convinto i ragazzi che se fossero stati in grado di tenere per almeno 8 ore delle fette di cetriolo sugli occhi senza farle cadere sarebbero stati capaci di volare e che Don Isacco, con la sua cinepresa, ha immortalato.
Mentre in paese ha sempre portato la tonaca, con 52 bottoni ( abbiamo scoperto il numero durante una caccia al tesoro, quando è stato immobilizzato per permettere ai partecipanti di contarli) salutando la gente con la mano benedicente e la frase “Pace e Bene” mentre in colonia stava in ” borghese”.
Don Isacco ha sempre partecipato, sostenuto, incoraggiato tutti, è sempre stato in grado di dire una parola di conforto a chiunque ne avesse bisogno. Pur essendo una persona timida, riservata, con il solo sguardo e con il suo sorriso era, ed, è in grado di cambiare la giornata e l’umore alle persone.
In occasione dei suoi 90 anni (compiuti il 13 febbraio) non è stato possibile festeggiare, per questo, lo abbiamo fatto il 30 Aprile scorso: è stato un bel momento per rivederci, ricordare e ringraziare Dio di aver incontrato il Dondi.
Ho avuto modo, negli anni, di confessarmi con lui e anche si avere una fitta corrispondenza nei momenti di dolore dell’Anima, anche dopo la mia conversione, lui non mi ha mai giudicata e credo che questa sia un’altra dimostrazione dell’eccezionalità della sua persona.
In paese sono poche le persone che non lo amano, perchè anche coloro che non credono o non frequentano la Chiesa, lo stimano e la maggior parte di chi lo conosce ha almeno un motivo per essergli grato e anche io sono tra quelle persone.
Grazie Dondi, grazie per essere sceso da Bergamo, grazie per essere come sei, e visto che ti affidi sempre alla Divina Provvidenza, spero che ti protegga e ti accompagni sempre.
Con tanto tanto affetto da una delle fanciulle della colonia
Dimmi cosa ne pensi