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Marco Reati: “L’isola della negazione”

“Niente è per caso”: ho sempre creduto a questo adagio e l’incontro con Marco Reati, durante una settimana di recupero-studio prematurità, ne è stata una conferma.  Ho conosciuto un uomo mite, colto, capace di attirare l’attenzione dei ragazzi spiegando con fervore e passione la solita storia che si insegna a scuola riuscendo a farle assumere un volto diverso attraverso i suoi gesti, la vibrazione della sua voce, i suoi aneddoti; ha dato nuovo smalto ai grandi  autori, rendendoli più umani ed interessanti attraverso colorite espressioni e allusioni che sono servite ad imprimerli nelle menti dei ragazzi.

Abbiamo parlato di scuola, di quella che vorremmo e che vorrebbero i ragazzi , di politica, di speranza, di vita, della nostra visione utopica di società civile. Per alcuni giorni, mi è sembrato di vivere in una bolla spazio-temporale, in cui sognare un mondo nuovo.

Quando mi ha portato il suo libro, chiedendomi di leggerlo, mi sono emozionata, perchè è stato un dono inatteso, inaspettato, disinteressato; ho inziato a leggerlo e non mi sono più staccata.

Quante vite si possono vivere in una vita sola? quanti possiamo essere, non solo come gli uomini di pirandelliana memoria, ma quanti noi coesistono? Infiniti. Il ragazzo del libro non è l’uomo che ho davanti, il protagonista è tanti Marco, è una storia che ha dell’incredibile, che abbraccia tutta la moltitudine di emozioni che conosce l’uomo, paura, gioia, tristezza, senso di colpa, di inadeguatezza, ma su tutte ne prevale una: la speranza. Non si è mai finiti, finchè non si è finiti.

Confesso che in alcuni momenti ho stentato a credere a quello che stavo leggendo, troppi incontri, troppi ostacoli, troppa sofferenza, troppe avventure: un viaggio che inizia per scappare da una situazione scomoda, per lasciarsi alle spalle il dolore della perdita della donna amata, che lo porterà a doversi confrontare con situazioni pericolose ( forse più di quelle da cui tentava di allontanarsi) ma soprattutto all’accettazione del fatto che non si può fuggire da sè stessi e dal proprio destino, si può soltanto cercare di rendere meno impervio e più percorribile il proprio cammino.

 

 

https://www.facebook.com/libri.e.storie.di.Marco.Reati/

Marco Reati: “L’isola della negazione” ed Jolly Roger

https://www.libreriauniversitaria.it/isola-negazione-reati-marco-zona/libro/9788864386744

 

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1 Response
  • Giulia
    Luglio 2, 2024

    difficile da non scappare ma a affrontare gli ostacoli della vita.
    fa riflettere molto.
    complimenti.

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