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Ruggine Storie a bassa voce di Mariaelena Trani

Roma anno domini 2023, corso di specializzazione sul sostegno, lezione di pedagogia speciale, si siede accanto a me una donna dalla folta chioma rossa, siamo in prima fila ma iniziamo comunque a parlare fitto fitto col professore che spiega in sottofondo. Le sue parole sono più speciali della pedagogia, è un affabulatrice, lo capisco subito e ne ho la conferma quando mi dice che scrive, ha già pubblicato un romanzo e  una raccolta di racconti “Ruggine, storie a bassa voce”.

Ruggine: segna il trascorrere del tempo, lascia il suo segno tingendo di rossastro gli oggetti che tocca e  sui quali si attacca. Allo stesso modo leggendo questi racconti, si viene penetrati dalla forza delle immagini, dagli odori, dai profumi e, ad occhi chiusi, lasciando tutti i sensi vigili, si viaggia in luoghi e tempi, avvolti dalla poesia di una Puglia assolata, col frinire delle cicale a scandire il tempo, con la durezza dei paesaggi, delle mani forti di chi ha lavorato una vita, della sapienza delle convinzioni antiche di ” spettri(che) popolavano ancora il sonno dei bambini e il futuro degli adulti”

Fotogramma dopo fotogramma, passano come in un film si incontrano  vite che iniziano, la spensieratezza della fanciullezza, la morte nella sua crudezza; gli uomini, gli oggetti, i paesaggi, sono un tutt’uno che prende vita,”Braccia di donna e manici di tegame, la cucina per lei era una leva attorno a un fulcro, la tavola”. Non si vede l’inizio né la fine in un cerchio di umanità forte, selvaggia, pura e meschina e proprio per questo VERA.

Le descrizioni dei suoni, le espressioni onomatopeiche, sono un insieme di strumenti che accompagnano il concerto della vita dei personaggi come  “Mamantonia sedeva come una rana, dava spazio alla pancia per gracchiare di giorno e russare la notte”

A bassa voce, sussurrando, ascoltate questi versi che spero vi risuoneranno dentro come è successo a me

 

 

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